Didalab - e-learning/didattica on line
Diario di bordo per la navigazione a vista&Itinerari per la didattica a distanza
La Borda
soggetto
Davanti al caminetto, durante un inverno particolarmente rigido, una nonna racconta una storia ai suoi due nipotini, che cercano di riscaldarsi avvolti da una coperta.
In un villaggio vivevano due sorelle; Maria, la maggiore, era buona, servizievole, pacata, sempre disponibile nei confronti della famiglia, aiutava nel lavoro dei campi e nelle faccende domestiche ed era ben vista da tutto il villaggio. L'altra, Nina, aveva mostrato di essere una scapestrata fin dalla tenera età; il suo spirito ribelle e provocatorio aveva creato vari problemi alla umile famiglia che a stento riusciva a mettere insieme il pranzo con la cena.
Le due sorelle, malgrado le differenze caratteriali, andavano d'amore e d'accordo; Maria aveva a cuore la sorella piccola, la proteggeva tirandola fuori dai guai. Poco più che adolescente, Nina aveva conosciuto un viandante solitario di passaggio in paese. Agli occhi delle donne e dei contadini questo forestiero parve subito una figura diabolica. Le donne richiamavano i bimbi in casa vedendolo passare per strada. Lo straniero rapì Nina che non fece più ritorno in famiglia; suo padre la cercò dappertutto infruttuosamente. Poco tempo tempo la mamma, non riuscendo a sopportare tale dolore, morì di crepacuore. Anche Maria aveva provato a cercare la sorella, ma tutti i suoi sforzi erano stati vani; non la rivide più, continuò a fare la sua vita, si sposò, ebbe un figlio e due nipoti. Maria in realtà la notte aveva un sogno ricorrente e continuava a vedere Nina adolescente durante il sonno; spesso le appariva abbigliata come nel giorno della sua sparizione, con l'espressione furbesca e complice, sempre prodiga di consigli e di parole buone. Una notte apparve in sembianze spaventose, rivelando il motivo della sua scomparsa: era stata rapita da un mago che l'aveva introdotta ai riti esoterici e misteriosi. Era diventata una strega malefica, una Borda che doveva nascondersi agli occhi della gente, esperta nel sortilegio e nella trasformazione, custode delle formule segrete che governano le forze della Natura.
«Consegna a tua nipote la fede di nostra madre poiché un giorno mi vedrà in siffatto modo come una Borda - disse Nina con aspetto terribile - io le chiederò qual è il segreto della Grotta Urlante. La risposta a questa domanda è una, una soltanto: la Grotta Urlante è un cuore trafitto da un pugnale bronzeo. Io le consegnerò questo pugnale e lei dovrà darmi l'anello, in modo che il piombo possa essere sciolto e trasformato in oro. Le donerò uno scrigno rosso pieno di tesori, custodito nell'antica torre diroccata, così potrò tornare ad essere una strega bianca, una strega buona e tu cara sorella finalmente mi rivedrai in carne e ossa». Pronunciate queste parole arcane, Nina si trasformò in un gufo bianco e volò via.
Un giorno, la bionda nipote di Maria, percorrendo il sentiero che portava all'antico castello, notò che qualcosa luccicava sulle antiche mura. Incuriosita, si avvicinò, percorrendo la salita ripida e scoscesa. Vide una figura di donna, che la osservava vestita di un mantello verde sgargiante: era una Borda maestosa e terribile che sorridendo le domandò il segreto della Grotta Urlante. La bimba rispose decisa: «il pugnale! La Grotta è un cuore trafitto!»; allora la strega le chiese l'anello e tirò fuori da un astuccio che aveva appeso al collo un pugnale bronzeo dal manico smeraldino. La Borda sorrise e disse: «Vieni con me nel mio castello, ti insegnerò le arti magiche!» poi consegnò alla bimba uno scrigno pieno gemme, monete e polvere d'oro e la portò nel suo maniero. Da quella dimora fantastica partirono per un viaggio nel tempo e nello spazio, attraversando valli, corsi, d'acqua, foreste, regge e castelli maestosi. Il tempo si era fermato come per un sortilegio. Alla bambina tuttavia venne ben presto nostalgia di casa; divenne triste, voleva rivedere il fratellino e la nonna, in pena per la sua sparizione. Nina, come preannunciato nel sogno, riaccompagnò la bimba a casa e, vestita di un mantello bianco, purissimo, bussò alla porta di sua sorella Maria.
Luoghi




Interpreti
-
La Borda: Chiara Shwagel
-
giovane strega: ?
-
Maria (la nonna del focolare): Germana Borgini
-
giovane Maria: Giorgia Tombini
-
nipote di Maria: Giulia Erken
-
nipotino di Maria: Sebastiano Calbucci
-
mago: Nicholas Mascella





L'età medievale viene suddivisa in due: Alto Medioevo (dal 476 all'anno mille) e Basso Medioevo (il periodo finale, dopo l'anno mille fino al 1492). In Europa si assiste alla formazione dei regni romano barbarici, dovuti allo stanziamento di tribù di origine germanica, spinte verso occidente da popolazioni nomadi di origine mongolica (tra queste gli Unni di Attila). In Italia, tra le varie popolazioni "barbare" si insediano gli Ostrogoti di Teodorico che fu inviato in Italia dall'imperatore d'Oriente Zenone in qualità di rappresentante imperiale
Medioevo - per lungo tempo questa parola è stata ritenuta come sinonimo di arretramento culturale, chiusura, se non barbarie e superstizione; un'epoca ostile alla libertà di pensiero e all'intelligenza creativa, un tempo in cui le masse erano prigioniere dell'angoscia esistenziale e di una religiosità oppressiva, terrorizzate dal diavolo e dal timore dell'Inferno. Oggi quest'opinione è stata riveduta; da una parte il Medioevo è stato un'epoca onn uniforme (anche geograficamente parlando: il medioevo del Sud Italia è stato diverso rispetto al Medioevo del Nord, si pensi all'epoca normanno-sveva per esempio. Dall'altra parte, per molti versi, sono state rivalutate e valorizzate sia l'arte che l'architettura medievale e altre manifestazioni della cultura. Anche l'economia, per molti versi è stata riconsiderata, pur permanendo notevoli differenze rispetto all'epoca immediatamente precedente, ossia quella classica.
Periodizzazioni - convenzionalmente il Medioevo si racchiude entro un periodo di mille anni, dalla caduta dell'Impero romano d'Occidente (476 d. C.), quando viene deposto l'ultimo imperatore Romolo Augustolo, alla scoperta dell'America (1492). In generale i mutamenti socio-culturali e politico-economici durante la fase storica dei regni romano-barbarici possono già considerarsi appartenenti all'età medievale.